Dormire bene in gravidanza può diventare veramente difficile, in alcune circostanze specifiche poi lo è ancora di più. Scopriamo qualche consiglio e le posizioni migliori per dormire con la placenta bassa.
La dolce attesa è sicuramente uno dei momenti più belli nella vita di una donna,
ma senza dubbio anche uno dei più ricchi di cambiamenti da affrontare.
L’aumento del volume della pancia, l’azione degli ormoni, l’incremento di progesterone influenzano molti aspetti della quotidianità e tra questi rientra a pieno titolo: il riposo notturno.
Mese dopo mese infatti, il dormire in gravidanza può diventare più scomodo e complicato.
Fortunatamente ci sono delle posizioni e degli accorgimenti da seguire che corrono in aiuto
delle future mamme.
Individuare stratagemmi standard però è pressoché impossibile,
a seconda del mese di gravidanza e delle particolari circostanze infatti, le attenzioni devono essere specifiche e in alcuni casi maggiori.
Oggi per l’appunto, concentrandoci su un particolare momento della gravidanza,
cercheremo di capire come dormire con la placenta bassa.
Come dormire con la placenta bassa: primo trimestre
Il sonno in gravidanza è caratterizzato da molte fasi, sicuramente le prime settimane di gestazione
la sonnolenza non tarda ad arrivare e a occupare intere giornate.
Durante il primo trimestre infatti, la voglia di riposare è tanta e le future mamme
tendono a dormire moltissimo.
Ed è proprio in questa delicata fase che la placenta si trova in posizione “bassa”.
La placenta è un organo essenziale che si sviluppa durante la gravidanza.
Questa serve a nutrire il bambino e permette gli scambi di sostanze con il feto
attraverso il cordone ombelicale.
Solitamente durante i primi tre mesi di gestazione,
la placenta si trova nella parte inferiore o laterale dell’utero, con il procedere della gravidanza e la crescita regolare del bambino,
di norma, questa tende a “spostarsi” verso l’alto.
È raro, ma non impossibile, che la placenta rimanga nella posizione iniziale
dando vita a una particolare anomalia chiamata: placenta previa.
Quest’ultima non deve preoccupare, perché se diagnosticata in tempo non compromettere
il buon andamento della gestazione ma richiederà solo delle attenzioni maggiori.